testo di: Stelvio Coggiatti, ‘ROSE DI IERI E DI OGGI’, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1986
RAPIDA EVOLUZIONE
La prima metà del secolo scorso è generalmente considerata punto di partenza della rapida evoluzione moderna del genere Rosa е non desterà meraviglia l’iniziativa della Royal National Rose Society del Regno Unito di compilare una graduatoria dei rosai con più di un secolo di vita е ancora oggi in coltivazione. Nella graduatoria pubblicata nel 1985 figurano in ordine di preferenza: la Rosa gallica versicolor, forse più conosciuta con l’appellativo ‘Rosa Mundi’, la sarmentosa ‘Zephirine Drouhin’ discendente da Rosa borboniana, ‘Madame Hardy’ ibrido di Rosa damascena, ‘Сéсilе Brunner’ (che ha la Rosa chinensis tra i suoi ascendenti) rifiorente, profumata, con fiori in miniatura di eccellente forma.
È un’ulteriore dimostrazione dell’indubbia validità e del crescente interesse per le rose antiche da parte dei rosaisti appassionati, attratti dal particolare disegno di quelle corolle, dal profumo dei petali, dal colore glauco di talune foglie, ma anche dal potenziale pericolo della scomparsa di questa о quella varietà.
L’aiuola dei rosai antichi nobilità il giardino cosi come un quadro di Jan Brueghel il luogo che lo ospita; ma i rosai antichi dovranno essere coltivati in aiuola separate da quella dei rosai di oggi. Grazie а una ibridazione ragionata е а una continua selezione, questi hanno acquisito qualità un tempo mancanti о esigue, tuttavia le conseguenti trasformazioni hanno anche cancellato quanto oggi costituisce il fascino delle vecchie varietà.
Jules Gravereaux, il fondatore del roseto storico di Hay les Roses, il rosaista dilettante più qualificato del periodo tra la fine del secolo scorso е l’inizio dell’attuale, usava dire: «Un roseto dove non trovino posto varietà antiche è come una donna bella ma stupida».
Conclusa la panoramica sulle rose ibride di tè di ieri е di quelle dai petali in colori non consueti, è venuto il momento di dare un cenno orientativo sulle varietà affermatesi negli anni di questo dopoguerra, considerando titolo valido per l’inclusione nelle tre liste decennali (dal 1945 а1 1974) le attuali loro possibilità di confrontarsi con le rose di oggi.
Malgrado la migliore intenzione di non commettere omissioni volontarie, la compilazione di tali liste lascia necessariamente in disparte una notevole percentuale di varietà interessanti; è auspicabile che le possibili recriminazioni si attenuino consentendo di dare alle segnalazioni valore essenzialmente esemplificativo е per l’opportunità di rilevare nelle schede botaniche le caratteristiche essenziali di meritevoli varietà non incluse negli elenchi.
Varietà HТ (unifiore о а fiore grande rappresentative del decennio 1945-1954)
‘Мadame Meilland’, fiore rosa chiaro, ottenitore Meilland, Francia 1945
‘Еnа Harkness’, f. rosso brillante, Norman, U.K. 1946
‘Оperа’, f. rosso con base gialla, Gaujard, Francia 1949
‘Madame Kriloff, f. giallo arancio con venature rosa, Meilland, Francia 1949
‘Grand-mére Jennà’, f. giallo con sfumature carminio, Meilland, Francia 1950
‘Karl Herbst’, f. rosso, Kordes, Germania Federale 1950
‘Sutter’s Gold’, f. giallo con sfumature rosa arancio, Swim, USA 1950
‘First Love’, f. rosa carico, Swim, USA 1951
‘Chràsler Imperial’, f. rosso scuro, Lammerts, USA 1952
‘Tiffany’, f. nelle tonalità del rosa, Lindquist, USA 1954
Varietà НТ (unifiore о а fiore grande rappresentative del decennio 1955-1964)
‘Kordes Perlecta’, f. bianco crema е rosso, Kordes, Germania Federale 1957
‘Rose Gaujard’, 1. rosso con rovescio rosa е argento, Gaujard, Francia 1957
‘Wendà Cussons’, f. rosa intenso, Gregory, U.К. 1959
‘Piccadilly’, f. rosso con rovescio giallo, McGredy, Irlanda del Nord 1960
‘Super Star’, f. mandarino, Tantau, Germania Federale 1960
‘Papa Meilland’, f. rosso scuro, Meilland, Francia 1963
‘Pascali’, f. bianco, Lens, Belgio 1963
‘Duftwolke’ (sin.: ‘Fragrant CloudL’, ‘Nuvola profumata’ ‘Nuage paifume), f. rosso corallo, Tantau, Germania Federale 1964
‘Mainzer Fastnacht’ (sin.: ‘Blue Moon’, ‘Sissi’), f. lilla argento, Tantau, Germania Federale 1964
‘Mister Lincoln’, f. rosso scuro, Swim & Weeks, USA 1964.
Varietà НТ (unifiore о а fiore grande rappresentative del decennio 1966-1974)
‘Ernest Н. Morse’, f. rosso scuro, Kordes, Germania Federale 1965
‘Grandpa Dickson’, f. giallo chiaro, sfumature rosa, Dickson, Irlanda del Nord 1966
‘Lady Х’, f. malva lilla, Meilland, Francia 1966
‘Versailles’, (sin: ‘Castel’), f. rosa madreperla, Delbard, 1967
‘First Prize’, f. avorio con sfumature rosa ai margini, Boerner, USA 1970
‘Landora’ (sin.: ‘Sunblest), f. giallo, Tantau, Germania Federale 1970
‘Alexander’, (sin.: ‘Alexandra’), f. arancio-rosa-mandarino, Harkness, U.K. 1972
‘Grand Nord’, f. bianco, Delbard, Francia 1973
‘Lilà de Gerlache’, 1. rosa carico, Ist. Piante Оrn.li, Belgio 1973
‘Sonia Meilland’, f. rosa chiaro, Meilland, Francia 1973.
Tutte queste varietà si potrebbero situare ai primi posti nella “storia” delle rose moderne, stante l’ormai lungo collaudo di esperienze e di valutazioni, mentre le varietà degli ultimi anni fanno parte dell’attualità che, per sua natura, esprime apprezzamenti soggetti а revisione. Infatti i coefficienti clima, terreno e parallelo incidono sensibilmente sul rendimento delle singole varietà е spesso, con il passare degli anni, determinano risultati inattesi. Pertanto, nell’effettuare valutazioni per un successivo acquisto, il confronto dovrà essere fatto in condizioni climatiche e di substrato il più possibile analoghe а quelle del sito loro destinato.
Per fornire ai potenziali acquirenti riferimenti utili sulle influenze ambientali, un notevole numero di rosai – novità annualmente ottenuti da ibridatori di ogni nazione vengono coltivati per due anni in roseti sperimentali siti in differenti zone climatiche. Su tale argomento si tornerà а parlare in altro capitolo; qui basterà un cenno sulla ben diversificata dislocazione di tali sedi in Europa, dove sono interessate una dozzina di nazioni dalla Spagna all’Italia nel settore meridionale, fino all’Irlanda е all’Olanda а settentrione. I risultati conseguiti е l’esito dei raffronti possono servire di orientamento tenendo tuttavia presente che non tutti gli ibridatori inviano le loro novità о le inviano in talune sedi е non in altre.
Con tutte le riserve sopra espresse, tentiamo ora la segnalazione commentata di alcune varietà НТ commercializzate nella decade 1975-1985 iniziando da quelle ottenute negli Stati Uniti.
‘Double Delight’: il colore dei petali ha un’alternanza di rosso e di bianco, nel 1977 fu riconosciuta meritevole dell’All-America Rose Selection, massima ricompensa americana, nel 1985, in occasione della World Rose Conference tenutasi а Toronto, е stata inclusa nel novero delle Worlds Favourite Rose. In precedenza ha avuto una serie di riconoscimenti anche in Europa (per es.: medaglia d’Oro а Roma e Baden Baden, premio per il profumo а Ginevra е all’Aia. Malgrado questo medagliere, in alcune zone non da i risultati che sarebbe lecito attendersi).
‘Paradise’, anch’essa riconosciuta degna, l’anno successivo, dall’All – America Rose Selection si distingue per l’originale colore rosa lilla più vivo lungo i margini.
‘Pristine’, dagli opulenti petali color avorio, dovrebbe considerarsi adatta nel clima medio italiano avendo conquistato la medaglia d’oro nel Premio Roma 1980 е quella d’argento а Monza lo stesso anno.
Da alcuni anni le novità di Sam McGredy, invece che dall’Irlanda del Nord, arrivano dalla Nuova Zelanda; ‘Olympiad’, definita in possesso del rosso più stabile dall’inizio alla conclusione della fioritura, è rientrata nella terna vincitrice dell’AARS 1984 ed e stata accolta tra i simboli ufficiali dei giochi olimpici di quell’anno. Sam McGredy sta da alcuni anni tentando vie nuove con le “rose dipinte а mano”, di cui si parlerà in un paragrafo più avanti.
Le due maggiori ditte rosaistiche germaniche puntano su varietà che in aggiunta ai requisiti tradizionali hanno anche un intenso profumo: “Duftgold’ (Tantau 1981, f. giallo oro) е ‘Duftzauber’ (Kordes 1984, rosso luminoso), mentre nei colori non usuali si sono affermate ‘Esmeralda’ sinu ‘Keepsake’ (Kordes 1981, rosa antico), ‘Jacaranda’ (Kordes 1985, f. Iilla) е ‘Black Lady’ (Tantau 1976, f. rosso nero).
‘Silver Jubilee’ (Dickson, Irlanda del Nord 1978) con un forte scarto di punti sul secondo e in testa alla classifica della Royal National Rose Società riguardante le varietà con fiori grandi (HT).
Jack Harkness nel suo eccellente manuale Roses attribuisce un massimo di cinque stelle (cosi come si usa nella classifica degli alberghi) ai rosai più in vista d’ogni tipo, d’ogni tempo е d’ogni provenienza. Nella decade che ci interessa questa distinzione è attribuita а ‘Silver Jubilee’ е a quelle varietà che rientrano in nostre liste precedenti: ‘Sonia Meilland’ е ‘Wendy Cussons’. Nella sezione delle quattro stelle il primo posto e attribuito ad ‘Alexander’, varietà rosa arancio ottenuta dallo stesso Harkness nel 1972.
La Francia mantiene viva l’eccellente reputazione di patria di rose famose. Meilland propone: ‘Princesse de Monaco’ (1982, f. bianco crema con margini soffusi di rosso), ‘Louis de Funds’ (1983, f. bicolore rosso е giallo), ‘Àves Piaget’ (rosa ‘Neàron’, 1984), una rosa che sembra una peonia profumatissima, есс. Georges Delbard, è un altro grande non da meno: il suo recentissimo successo è dedicato а ‘Madame Georges Delbard’ (1985) definita la più rossa tra le rose rosse, ma recenti sono anche le sue ‘Dioressence’ (1984), “la profumatissima rosa blu”, ‘Satellite’ (f. rosso corallo, 1982), ‘Epidor’ (giallo, 1980), ‘Grand Siecle’, (bianco latte e rosa tenero, 1977), ‘La Marseillaise’ (rosso ribes, 1976), ‘Nil Bleu’ (malva lilla, 1975). Prima di concludere questa necessariamente stringata panoramica non può mancare almeno la personale citazione dei nomi di Laperiérre е di Jean Gaujard, continuatore dell’azienda che fu di Joseph Pernet-Ducher, di Combe, Croix, Dorieux, Еyе, Kriloff, Orard, Pekmez, Pineau, esponenti delle successive generazioni di ibridatori francesi. Tra gli altri ibridatori europei più attivi troviamo, ancora in Gran Bretagna, Cants, Fryers, Le Grice, Loads, Mattock, есс.; in Danimarca, Poulsen; in Belgio, Lens; in Olanda, De Ruiter e Interplant; in Spagna, Dot. Della vecchia guardia italiana rimangono in attività i Cazzaniga e i Mansuino ma altri ne hanno seguito l’esempio, consapevoli che il costitutore di nuove rose oggi non deve restringere il campo d’azione agli incroci tra varietà di successo, ma deve puntare anche su nuove specie e razze nella speranza di immettere nella progenie un requisito tra i molti ancora perfettibili: moltiplicazione per talea, eliminazione о attenuazione della spinosità, coltivazione in recipienti, accresciuta rifiorenza nei rosai sarmentosi, resistenza alle malattie crittogamiche più diffuse.
А proposito di quest’ultima voce, е sintomatica la constatazione che in una statistica pubblicata dalla Royal National Rose Società nel 1985 comprendente le dieci varietà più resistenti alle malattie, soltanto tre sono entrate in commercio negli anni Settanta, tutte le altre precedentemente. Anche se tale indagine prende in esame, in grande maggioranza, varietà ottenute nel Regno Unito, si potrebbe comunque dedurne che di fronte agli indubbi progressi conseguiti nella durata della fioritura, nelle tinte e nel profumo dei petali e in altri settori, non с’è stato un parallelo progresso nella difesa dei rosai dagli attacchi dei parassiti vegetali. Ne deve conseguire la convinta necessità che l’ibridatore non può improvvisare, bensì deve fare affidamento sulla sua preparazione genetica e attuare un’ibridazione ragionata е un’accurata selezione. Da parecchi anni ci si è accorti che la denominazione rosai ibridi di tè non е più botanicamente rispondente e si cerca un altro appellativo; è una iniziativa determinata non soltanto dall’avvenuto meticciamento con tante specie, ma anche da un prevedibile, ulteriore confluire di altri ascendenti.
Impiego dei rosai а fiore grande (HT)
I rosai ora esaminati posseggono una duplice attitudine: quella di formare cespugli con fiori eleganti (definiti tradizionalmente ibridi di tè) е con la prerogativa, almeno nel corso della prima fioritura, di produrre gambi unifiori adatti ad essere recisi; è consigliabile che le due capacità siano reputate alternative. Infatti, se consideriamo che questi rosai vengono apprezzati per la qualità più che per la quantità dei loro fiori, dobbiamo convenire che essi potranno adempiere il loro compito decorativo in aiuola se tutti i fiori verranno lasciati sulla pianta. La possibilità di fornire i fiori da recidere potrebbe essere riservata a varietà particolarmente adatte, coltivate in un settore non di rappresentanza. Sia nell’uno che nell’altro caso, è consigliabile che i gruppi siano formati da un’unica varietà: lа macchia di colore risulterà molto più efficace di quella offerta da fiori di tinte diverse; а maggior ragione, anche chi intende utilizzare i fiori recisi ha validi motivi di preferire corolle uniformi per tinta e disegno.
Alcuni appassionati condizionano la scelta delle varietà alla presenza del profumo dei fiori. Oggi, come nel passato, esistono varietà profumatissime e altre inodori е nelle nostre schede descrittive tale requisito e messo in evidenza.
А sostegno della tesi che suggerisce di non recidere i fiori dai rosai che hanno una funzione scenografica nel giardino, viene in soccorso la constatazione che le rose più serbevoli, perciò le più adatte а essere recise, raramente sono profumate in quanto la lunga durata è in gran parte dovuta а una soda consistenza dei petali, condizione che preclude la fragranza. Ecco perché le rose offerte dai fioristi hanno il requisito della lunga durata e pochissimo о nessun profumo. Nel recidere i fiori si tenga presente la norma che suggerisce di effettuare il taglio più о meno nel settore centrale del gambo immediatamente al di sopra di una gemma che “guarda” verso l’esterno del cespuglio.
La lunghezza dell’aiuola destinata ad accogliere i rosai dipende esclusivamente dalla disponibilità di spazio e dalla scelta personale; per rendere agevoli le irrigazioni, il diserbo, le sarchiature e le concimazioni invece opportuno che ogni filare non abbia più di tre rosai affiancati. Ne consegue che, а seconda del loro portamento e della loro vigoria, la larghezza del filare si aggirerà tra un metro e mezzo e poco meno di due metri.
Rosa multiflora-polyantha e floribunda
Nel 1784 il botanico svedese Carl Peter Thunberg scoprì in Giappone una vigorosa specie sarmentosa del genere Rosa che denominò Rosa multiflora; aveva caratteristiche infiorescenze formate da una moltitudine di piccoli fiori semplici, bianchi, in panicoli piramidali non rifiorenti. Esattamente sessant’anni dopo, i botanici tedeschi Siebold e Zuccarini, ignorando la precedente scoperta, dettero alla stessa specie, che anch’essi avevano individuata, il nome di Rosa polyantha cioè la forma grecizzata del preesistente appellativo.
C’è da aggiungere che il codice di nomenclatura botanica riconosce il diritto di priorità alla prima denominazione validamente pubblicata, ma vedremo tra breve che le leggi anche in campo botanico trovano talvolta difficoltà di applicazione.
Nella seconda metà del secolo scorso, Lione era la sede di attivi e qualificati rosaisti ibridatori francesi che in quel periodo primeggiavano in Europa; basterà citare i nomi di Bernaix, Dubreuil, Ducher, Guillot, Pernet-Ducher, Rambaud.
Le informazioni sulla nascita del primo rosaio а cespuglio, molto rifiorente con fiori piccoli е doppi, contrastano l’una con l’altra, ma la più accreditata informa che, intorno al 1865, il vivaista Jean Baptiste Guillot (Guillot fils) entrò in possesso di semi di Rosa multiflora nel corso di ripetute semine queste dettero vita а rosai di bassa statura e rifiorenti (caratteri che si reputano acquisiti da un incrocio avvenuto, nel paese d’origine probabilmente, tra la sarmentosa Rosa multiflora e la Rosa chinensis minima), poi manifestatisi nelle semenzali della seconda generazione.
Tra questi, uno si distingueva per la piccola taglia e i fiori doppi, bianchi, precoci (ciascuno un paio di centimetri di diametro), in mazzetti; Jean Baptiste Guillot ne fu ben impressionato e la mise in commercio con il nome di ‘Paquerette’. Nel 1881, lо stesso ibridatore introdusse un secondo rosaio che si distingueva solo per il colore rosa dei petali; lo chiamò ‘Mignonette’.
‘Paquerette’ è dunque la capostipite della razza che – in tutto il mondo – disobbedendo al codice di nomenclatura botanica, si chiamò polyantha е non multiflora come vorrebbero le su citate norme. Con le sue filiazioni (ibridi di ‘polyantha’ е ‘floribunda’) da oltre un secolo si è progressivamente affermata quale pianta legnosa insuperabile nel compito di contribuire con luminose macchie di colore al durevole abbellimento dei giardini pubblici e privati.
Seguirono altre varietà, tutte ottenute da semine о sports di ‘polyantha’: ‘Gloire des Polyantha’ 1887, f. rosa vivo; ‘Маriе Раviе’ 1888, f. rosa chiaro, profumato; ‘Katharine Zeimet’ 1901, f. bianco puro, profumato, е tante altre.
È opportuno tener presenti alcuni aspetti caratteristici della nuova razza: fiori piccoli (2-4 cm di diametro) tendenzialmente appiattiti, semplici о doppi in fitti mazzi presenti dalla primavera all’autunno; foglie ruvide, opache, l’assenza di tali segni di riconoscimento, l’affusolato disegno dei fiori е le piccole foglie appuntite hanno consigliato di trasferire ad altro raggruppamento (ibridi di Rosa chinensis) due tra le più ammirate varietà а fiore piccolo (‘Сéсilе Brunner’ 1880 е ‘Perle d’Or’ 1883) che nel periodo iniziale vi erano state incluse in quanto uno dei genitori era presunto discendente di Rosa multiflora; fu comunque l’altro genitore а trasmettere l’influenza morfologica e genetica.
Un importante tentativo di inserire nei petali il colore rosso brillante fino allora assente, fu operato da Theodore Levavasseur, un valente rosaista bretone poi trasferitosi а Orleans. Nel 1893 era arrivato dal Giappone il primo rosaio sarmentoso con fiori di un colore rosso luminoso, massicciamente disposti in ampie infiorescenze piramidali; fu chiamato ‘Crimson Conquest’ ed е un probabile ibrido R. multiflora х R. wichureiana. Suscitò tale interesse da indurre perfino la Regina Vittoria ad ammirarlo mentre era in fiore nei vivai Turner di Slough nel Buckinghamshire. Levavasseur non ebbe esitazioni е operò impollinazione di ‘Crimson Conquest’ con ‘Gloire des Polyantha’ riuscendo, tra gli altri requisiti, а produrre un forte cespuglio con bassa vegetazione, tanti fiori rosso cremisi, molto rifiorente, che si chiama ‘Мmе Norbert Levavasseur’, in omaggio alla giovane moglie di uno dei comproprietari dell’azienda. La varietà così ottenuta (1903) sarebbe divenuta capostipite di una importante discendenza sia mediante incroci (‘Orleans Rose’ 1909; ‘Ellen Poulsen’ 1911), sia mediante mutazione gemmaria, facoltà che si manifestò intensamente anche in ‘Orleans Rose’ dando vita, tra l’altro, а ‘Miss Edith Cavell’, 1917 е а ‘Coral Cluster’, 1921.
Anche se già prima del 1924 era stato attuato qualche tentativo di ibridazione di rose polyantha con varietà di R. chinensis (per es.: ‘Cecile Brunner’), di R. wichureiana (per es.: ‘Àvonne Rabier), di ibride di tè (per es.: ‘Joseph Guà’ = ‘La Faàette’), fu in quell’anno che il rosaista danese Svend Poulsen, continuando il lavoro già intrapreso dal padre, ottenne il suo primo rosaio con la resistenza al freddo già dimostrata dalle polyantha ma più vigoroso, con portamento eretto, fogliame glabro e ampie infiorescenze in colori luminosi.
Il risultato fu raggiunto con ‘Else Poulsen‘ (f. rosa vivo) е l’anno successivo con ‘Kirsten Poulsen’ (fiori semplici rosso ciliegia), entrambe frutto del duplice matrimonio di ‘Orleans Rose’ con ‘Red Star’, un’ibrida di tè con fiori di colore rosso; per il portamento, l’ampiezza е il colore dei fiori le due varietà Poulsen sono considerate capostipiti dei rosai ‘ibridi di polyantha’, razza che avrebbe avuto un ruolo importante negli anni seguenti offrendo varietà di merito tra le quali ricordiamo i primi successi ‘Donald Prior’ (1930), ‘Bettà Prior’ (1934) е ‘Babà Chateau’ (1936), modesto rosaio da giardino ma iniziatore di una discendenza nella quale si maturerà l’atteso colore scarlatto.
Le varietà ibride di polyantha hanno in quegli anni il loro momento magico; si succedono nomi su nomi e almeno alcuni non possono essere dimenticati: ‘Dagmar Spath’ (sport di ‘Joseph Guà’), ‘Daintà Maid’ (con fiori profumati), ‘Orange Triumph’ (progenitrice di numerosa discendenti).
Finalmente nel 1938, quarant’anni dopo l’avvento del giallo nelle ibride di tè, con ‘Poulsen Yellow’ si ha la prima ibrida di polyantha con petali più о meno gialli, seguita nel 1939 da ‘Minna Kordes’ che deve molta della sua popolarità negli Stati Uniti al nome ‘americano’ ‘World’s Fair’ cioè ‘Fiera mondiale’, clamoroso avvenimento che si teneva quell’anno а New York.
Si deve aggiungere poi ‘Independence’ (= ‘Kordes Sondermeldung’) con petali vermigli, il colore che, in passato, era fornito dalla cocciniglia (vermicuIus), mai prima apparso sui petali di una rosa. Dai registri ufficiali appare introdotta in commercio nel 1949 ma, già nel 1943, aveva ottenuto la medaglia d’oro nel concorso di Bagatelle: figlia di ‘Crimson Glory’ е di ‘Babà Chateau’, al pari di quest’ultimo rosaio non entusiasma in aiuola ma ha avuto il privilegio di trasmettere alla discendenza il pigmento della pelargonidina, fattore determinante di quella tonalità di successo oggi frequente nelle rose, definita dai cataloghi rosso geranio, rosso vivo, ceralacca, vermiglio, vermiglione, scarlatto, arancio scarlatto.
Più о meno in questo periodo, l’appellativo commerciale ‘floribunda’ (che in America aveva già soppiantato da alcuni anni quello di ibrido di polyantha) cominciò а essere adottato anche in Europa; inizialmente ebbe scarsa applicazione, poi divenne familiare specialmente quando per i ricorrenti matrimoni con varietà ibride di tè, i fiori, pur sempre а mazzi, tesero а imitare il disegno di queste ultime.
Alla fine del conflitto mondiale, i giardini spalancarono le porte а questi rosai che, grazie alla rigogliosa e continua fioritura, svolgevano il ruolo fino ad allora affidato а piante annuali e ai gerani.
Il mondo, con la pace, accolse grato ed entusiasta: ‘Goldilocks’ (1945) per l’efficacia decorativa dei suoi fiori giallo puro; ‘Frensham’ (1946), ottenuta da А. Norman, valentissimo dilettante inglese, “il più bel rosso nella sua classe”; ‘Alain’ (1946), controparte francese di ‘Frensham’, dedicate da Francis Meilland al primo figlio in occasione del suo sesto compleanno. Ma ancor più fu oggetto di molti commenti per il nuovo colore ‘Lavender Pinocchio’ (1948) con petali rosa lilla gradevolmente profumati. ‘Fashion’ (1949) suscitò sorpresa e ammirazione per il delicato, nuovissimo colore salmone-pesca e i ben disegnati fiori; questa varietà e purtroppo soggetta alla macchia nera (ticchiolatura) е alla ruggine, ma non nelle zone industriali, fittamente urbanizzate con intenso traffico: l’inquinamento atmosferico, infatti, offre questo amaro compenso ‘Masquerade’ (1949) fece scalpore al suo apparire per il succedersi nei petali del giallo, del rosa e del rosso; lontana eredità, mai prima manifestatasi, della Rosa chinensis mutabilis il suo complesso patrimonio genetico e stato esaltato da una serie intermedia di eccellenti progenitori. ‘Schweizer Gruss’ = ‘Red Favorite’ = ‘Ноlländerin’ (1951) è un rosaio basso ben ramificato con infiorescenze rosso scuro lucente, mentre quasi arbustivo è il portamento di ‘Marchenland’ con lucido fogliame e tanti fiori rosa.
Il 1954 è una data da ricordare poiché entrarono nei giardini ‘Rosemarà Rose’, “moderna edizione di rosa antica”, е ‘Spartan’, fiorifera e rifiorente come dev’essere una floribunda, ma con fiori che sembrano quelli di un’ibrida di te. Tuttavia, la pietra miliare sarà ‘Queen Elizabeth‘, nata da ‘Charlotte Armstrong’ х ‘Floradora’: sbalordisce per vigoria, portamento, luminosità dei petali, eleganza dei fiori portati da forti steli, floribundità е rifiorenza. Sappiamo che la prima varietà definita ufficialmente Worlds Favourite Rose fu ‘Gioia’, ma la successiva designazione ha premiato ‘Queen Elizabeth’.
Questa varietà segna una tappa importante nell’evoluzione della rosa: gli ampi fiori ben formati quasi sempre riuniti in mazzi е l’ascendente paterno (‘Floradora’) portano а iscrivere il nuovo rosaio tra le ‘floribunda’ mentre la prerogativa di ben figurare sia come esemplare isolato sia per costituire ammiratissime siepi folte di fiori ampi e ben disegnati suggerì, per il lancio commerciale negli Stati Uniti, di costituire per ‘Queen Elizabeth’ una nuova razza denominata ‘Grandiflora’. Tale appellativo non ha raccolto grandi consensi tra i rosaisti europei; questi in precedenza avevano accettato il termine ‘floribunda’, anch’esso made in USA, ora, invece della nuova denominazione, proponevano di completare, quand’era il caso, il nome ‘floribunda’ con la precisazione “tipo ibrida di tè”.
Da allora sono trascorsi più di trent’anni l’accordo non è stato ancora raggiunto.
Le varietà successivamente incluse tra le ‘Grandiflora’ sono in maggioranza di origine americana (‘Montezuma’, ‘Carrousel’, ‘0)е’, ‘Pink Parfait’, есс.) ma non mancano ‘Miss France’ е ‘Sonia Meilland’ (Francia) е alcune varietà di altri ibridatori, tra i quali Kordes e Tantau (Germania Federale), spesso classificate ‘grandiflora’ negli Stati Uniti е ibride di tè о ‘floribunda’ nei paesi d’origine.
Due anni dopo L’introduzione in commercio di ‘Queen Elizabeth’, rosaio vigorosissimo, fu la volta di ‘Allgold’ dalla piccola statura e dai grandi requisiti: i fiori, dal caldo colore giallo oro che non sbiadisce, la consistente floribundità е rifiorenza, le lucide foglie, la vegetazione ben ramificata possono sostenere il confronto con varietà di oggi.
Nell’anno 1957 apparve ‘Sarabande’, un altro rosaio di bassa statura ma con portamento aperto che si fa notare per i fiori semidoppi con una dozzina di larghi petali arancio-scarlatto; tonalità più tenue hanno le profumate infiorescenze di ‘Orange Sensation’ (De Ruiter, Olanda 1960).
Frattanto era entrata nei giardini ‘Iceberg’ (‘Schneewittchen’ in Germania, ‘Fée des Neiges’ nei paesi francofoni). In occasione della sesta riunione internazionale (1983) tra le società delle rose, ‘Iceberg’ е stata designata Worlds Favourite Rose.
‘Lilli Marlene’ (= Lilli Marleen) del 1959 è un eccellente rosaio di bassa statura al pari di ‘Zambra’ (1961), ricco di corolle con petali arancio chiaro e giallo. ‘Europeana’ (1963) ha infiorescenze cosi numerose da far apparire più espanso di quanto non sia in realtà il portamento della pianta.
I rosai con fiori а mazzi stanno assumendo un posto sempre più importante nei giardini pubblici е privati; in passato era impensabile ottenere le grandi macchie di colore che essi riescono а offrire cosi а lungo; via via si attenua anche l’antico distacco con i rosai а fiore grande, dominatori per decenni nei giardini.
Novità importanti di vent’anni fa o giù di lì: ‘Pariser Charm’ di Tantau, Germania Federale; ‘Madame Dimitriu’, Delbard, Francia; ‘Sangria’, Meilland, Francia; ‘Elizabeth of Glamis’ = ‘Irish Beauty’, McGredy, Nuova Zelanda; ‘Scented Air’, Dickson, UK, nomi ancora vivi nel ricordo; poi vennero ‘Picasso’ (1971); ‘Old Master’ е ‘Matangi’ (1974), le prime rose dipinte а mano di McGredy, Nuova Zelanda; ‘Shocking Blue’ е ‘Friesia’ (= ‘Sunsprite’), Kordes, Germania Federale 1974; ‘Montana’, Tantau, Germania Federale 1974; ‘Candeur’, Delbard, Francia 1974; ‘Margaret Меrril’, Harkness, Inghilterra 1977; ‘Priscilla Burton’, McGredy, Nuova Zelanda 1978; ‘La Sevillana’, Meilland, Francia 1978; ‘Chorus’, Meilland, Francia 1975; ‘Маriа-Mathilda’, Lens, Belgio 1980; ‘Anne Harkness’, Harkness, Inghilterra 1980; ‘Mountbatten’, Harkness, Inghilterra 1983; ‘Сéline Delbard’, Delbard, Francia 1983; ‘Lavander Dream’, Interplant, Olanda 1984; ‘Modern Art’, Poulsen, Danimarca 1984; ‘Artiste’, Dorieux, Francia 1984; ‘Bordure Rose’, ‘Bordure Vive’ е ‘Bordure d’ Or’ di Delbard, Francia, succedutesi dal 1979 аl 1985; ‘Matthias Meilland’, Meilland, Francia 1985.