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testo di: Stelvio Coggiatti, ‘ROSE DI IERI E DI OGGI’, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1986

SUDDIVISIONI FONDAMENTALI

Petali gialli per le rose da giardino

Via via, negli ibridi di tè si manifestava un progressivo affinamento nel fiore е nel portamento della pianta, acquisito dalla progenie nate dai ripetuti matrimoni con rosai tè е con ibridi di Rosa chinensis. Era un’evoluzione indubbiamente positiva ma già si puntava verso un nuovo traguardo: una rosa adatta sia al giardino sia al fiorista che aggiungesse ai già acquisiti pregi delle ibride di tè, petali di color rosso vivo. Perché il lettore possa formarsi un’opinione su quanto fosse attesa una tale rosa, ecco una sintesi retrospettiva sui rosai con fiori più о meno gialli conosciuti in Europa nel secolo scorso.

Già all’inizio del ‘500 era stata introdotta in Europa dall’Asia Minore una specie semi-sarmentosa con lucida fioritura giallo oro (Rosa foetida, sinonimo: Rosa lutea); ma quelle corolle erano di soli cinque petali, poco piacevole particolarità aggravata dallo sgradevole odore; due fattori che tenevano lontana questa specie da molti giardini. Analoghe remore colpivano la sua mutazione spontanea Rosa foetida bicolor che si differenziava perché la pagina superiore dei petali è rosso nasturzio mentre il rovescio rimane giallo.

Un secolo dopo arrivò in Europa dalla stessa zona geografica la Rosa hemisphaerica con fiori giallo zolfo, stradoppi, globosi ma che sbocciano regolarmente soltanto in località asciutte е calde; neppure in tali zone però produce fiori е, conseguentemente, non può, mediante l’ibridazione, eliminare i caratteri negativi.

Nei primi anni del secolo scorso arrivarono dalla Cina due rosai tè (Rosa odorata ochroleuca e Rosa odorata pseudo indica); la prima aveva petali giallo tenue, l’altra gialli con sfumature rosso rame e rosso scarlatto. Entrambe dettero apprezzate varietà con fiori dalle gradevoli tonalità, lontane però dall’atteso colore giallo vivo. Come ogni affermazione che si rispetti, anche questa ha la sua eccezione, perché, già nel 1864, l’ibridatore francese Pradel aveva messo in commercio la famosa rosa sarmentosa ‘Marechal Nisi’ con eleganti, profumati fiori doppi, giallo oro: discendente di varietà Noisettiana ‘Chromatella’, ma tra i suoi recenti antenati ha uno dei due rosai tè sopra ricordati.

Il fiore reclina la testa sul debole peduncolo, la pianta perde vigoria in clima rigido e i fiori deperiscono in periodi di piogge insistenti; comunque, ‘Marechal Nisi’ rappresenta una tappa importante.

Il privilegio di trasfondere il giallo luminoso dei suoi petali nei rosai а cespuglio spettò а una varietà con ampi fiori doppi della Rosa foetida, la Rosa foetida persiana introdotta in Europa intorno al 1840; l’ambito colore e l’equilibrata, vigorosa vegetazione del cespuglio avevano attirato l’attenzione dei rosaisti più intraprendenti. II più tenace fu un giovane ma già affermato ibridatore, Joseph Pernet-Ducher di Lione, che non si lascio scoraggiare dall’apparente impossibilità, dimostrata da infruttuosi tentativi, di ottenere semi fertili; finalmente dall’incrocio tra una varietà ibrida rifiorente (‘Antoine Ducher’) con la Rosa foetida persiana ottenne nel 1900, un rosaio а cespuglio con fiori doppi, profumati, che avevano acquisito l’auspicato colore giallo brillante frammisto а sfumature arancio е rosa: fu denominato ‘Soleil d’ Or’. А motivo del cespuglio poco ramificato e della debole rifiorenza fu utilizzato quasi esclusivamente per trasmettere, mediante incroci, il suo colore. Dieci anni dopo, lo stesso Joseph Pernet-Ducher, fecondando un’altra sua varietà con il polline di ‘Soleil d’Or’, ottenne ‘Rayon d’Or’ dai fiori uniformemente giallo oro; inoltre, а differenza della primogenita, ‘Rayon d’Оr’ aveva una buona costituzione e un portamento ben equilibrato.

Negli ultimi cataloghi che elencarono le Pernetiane come razza а parte troviamo ‘Talisman’ (1929) giallo oro con sfumature rosse, la multicolore ‘President Herbert Hoover’ del 1930 caratterizzata dа petali giallo arancio, rosa е rosso rame, vigorosa vegetazione divergente e fiori su lunghissimi gambi; una sua mutazione gemmaria (‘Texas Centennial) presenta analogo portamento ma si diversifica per i petali rossi illuminati di giallo alla base.

Joseph Pernet-Ducher continuò nella strada intrapresa e le varietà via via ottenute costituirono nuovi successi per la “sua razza”: la più bella varietà del periodo iniziale fu ‘Souvenir de Claudius Pernet’, poi ‘Souvenir de Julien Pernet’, entrambe dedicate ai due figli morti nella prima guerra mondiale, ‘Julien Potin’, есс.

Le rose а fiore grande

All’inizio di questo secolo, le rose ibride di tè non solo avevano guadagnato nuovi colori ma anche affinato il disegno dei fiori. Risalendo l’albero genealogico della rosa, tra gli ascendenti ritroviamo, oltre le Pernetiane e la Rosa odorata (cioè la rosa tè), i vari ibridi di Rosa chinensis, Portland, Noisettiani е Borboniani, tutti in tempi diversi confluiti negli ibridi rifiorenti e successivamente negli ibridi di tè.

Fin d’allora i rodologi più attenti cominciarono а domandarsi se la denominazione “Ibridi di rosa tè” era ancora rispondente о se, invece, l’inserimento di altre stirpi avesse via via invalidato l’appellativo. Passarono molti decenni prima che il problema fosse seriamente esaminato е non del tutto risolto, neppure dalla Commissione per la Nomenclatura della Federazione Mondiale tra le Società delle Rose (World Federation of Rose Societies). La proposta con maggiori suffragi e quella inglese che propone per le ibride di tè il nuovo appellativo Large Flower Roses cioè “Rosai con fiore grande”.

La varietà che forse meglio di altre cominciò а presentare accenni innovativi tra le rose ibride di tè е ‘Ophelia’ (А. Paul, 1912). La forma affusolata del bocciolo permane anche quando il fiore si schiude e sia la diafana tinta bianco-rosata, sia il delicato profumo dei petali si manifestano interamente. ‘Ophelia’ а cespuglio e pressoché scomparsa dai giardini mentre е ancora possibile ammirare la forma vigorosamente sarmentosa (‘Cl. Ophelia’).

‘Ophelia’ ha acquisito un posto particolare nella storia delle rose per aver prodotto mediante incroci successivi molte eccellenti varietà (‘Talisman’, ‘Columbia’, ‘Mrs Pierre S. Du Pont’, есс.) е – prerogativa eccezionale – ha dato vita а più di venti mutazioni gemmarie (tra queste ‘Madame Butterfly’ ha avuto larga risonanza) а loro volta caratterizzate dalla tendenza а produrre mutazioni. Ne consegue che moltissimi rosai di quel periodo hanno ‘Ophelia’ tra gli ascendenti.

Avendo le Pernetiane perduta la loro autonoma denominazione, le Ibride di tè ne ereditarono il patrimonio genetico, le tinte (о fusione di tinte) gialle, rame, fiamma. Tra queste, ‘Talisman’ sposalizio di giallo rosa е rosso (The Montgomery Со., USA 1929), la vigorosa ‘President H. Hoover’, arancio, rosa e giallo (Coddington, USA 1930), la varietà olandese ‘Comtesse Vandal’ (М. Leenders, 1932) con ben disegnate corolle camoscio e rovescio ramato. Un paio d’anni dopo, i caratteri della Pernetiana appaiono sfolgoranti in ‘Condesa de Sastago‘ (Pedro Dot, Spagna 1932), tipico esempio di varietà con fiori nettamente bicolori: i suoi luminosi petali sembrano rappresentare da un lato il giallo, с(а1L’а11l’о il rosso della bandiera spagnola. Molti ibridatori puntarono ancora sui colori delle Pernetiane e nel 1936 il franco-americano J.Н. Nicolas ottenne un grande successo con ‘Eclipse’ dalle profumate corolle allungate color giallo puro mentre il consulente-dilettante dei Meilland, Charles Mallerin, ingegnere ferroviario trasformatosi а fine carriera in valentissimo ibridatore, vinceva (1936) la medaglia d’oro nel prestigioso concorso internazionale di Bagatelle con ‘Mme Henri Guillot’ dai luminosi petali arancio-corallo-nasturzio. Ormai l’ibridazione aveva raggiunto il duplice rango di arte e di scienza; finiva l’epoca della fecondazione senza un preventivo studio dei potenziali apporti nella progenie da parte dei genitori e dei loro ascendenti. Pur nell’impossibilità di determinare il sicuro esito di un incrocio, stante il gran numero di antenati incogniti, la conquista dei biglietti vincenti di questa che rimaneva pur sempre una lotteria, era facilitata – almeno in linea teorica – dall’esclusione preventiva dei fattori con maggior rischio d’insuccesso: le fecondazioni incontrollate. Dai medesimi ascendenti (‘Julien Potin’, Pernetiana, е ‘Sensation’, ibrida di tè), due ibridatori mediterranei, l’italiano Domenico Aicardi nel 1936 е lo spagnolo Pedro Dot nel 1939 ottennero, rispettivamente, ‘Signora Piero Puricelli’ (sin. ‘Signora’) е ‘Marquesa de Urquijo’ (sin. ‘Pilar Landecho’) due varietà che, da sole, basterebbero per dare fama ai loro ottenitori.

Abbiamo constatato nelle ibride di tè l’influenza derivante dal corredo cromosomico della Rosa foetida persiana e della Rosa foetida bicolor а convalida dell’affermata teoria sul beneficio indotto dall’intervento di una nuova specie; ne offre l’ennesima prova la famosissima ‘Gioia’. Infatti, la Rosa foetida persiana con la sua discendente ‘Souvenir de Claudius Pernet’ (oltre alcuni ibridi rifiorenti con i relativi antenati) si trovano tra gli ascendenti di questa varietà che, per l’opulenza е il colore delle corolle – ammirevoli appena schiuse, sontuose fino al lento sfiorire – la lucentezza dell’ampio fogliame, il portamento e la vigoria della pianta ha l’appellativo di “rosa del secolo”.

Francis, il ventiduenne figlio del rosaista lionese Antoine Meilland, ignorava che una delle numerose impollinazioni da lui effettuate nella luminosa mattina del 15 giugno 1935 avrebbe dato vita а quella sorprendente varietà. Dopo quattro anni di collaudi, la fioritura del 1939 dette l’assicurazione che le speranze poste dall’ibridatore in ogni suo incrocio erano state largamente superate. Presero il via i contatti per la diffusione internazionale della grande novità, obbligata dagli eventi bellici а mimetizzarsi assumendo nomi diversi: in Francia e nei paesi di lingua francese si chiamò ‘Madame Antoine Meilland’, in Italia ‘Gioia’, in Germania, ‘Gloria Dei’, nei paesi di lingua inglese ‘Peace’, nome augurale che, per felicissima coincidenza, fu ufficialmente convalidato il 29 aprile 1945, giorno della caduta di Berlino. Tre anni prima, nel Parco della Tete d’Оr’ а Lione la nuova varietà era stata insignita del titolo “la più bella rosa di Francia”.

Dopo la cessazione delle ostilità trascorsero parecchi mesi prima che il vivaismo internazionale, ricostituite le scorte e distribuiti i nuovi cataloghi, riprendesse la normale attività contribuendo а ripristinare nei giardini l’aspetto di un tempo. Ma la plurinominata ‘Gioia’ bruciò le tappe: nel 1950 già se ne coltivavano in tutto il mondo trenta milioni di piante!

La Federazione mondiale tra le Associazioni Rosaistiche nel corso del congresso tenutosi а Oxford nel 1976 l’ha designata “Rosa preferita in tutto il mondo” inaugurando la serie delle varietà insignite di tale riconoscimento che, d’ora in poi, viene attribuito ogni due о tre anni alla rosa che riceve i maggiori suffragi dalle ventiquattro associazioni che fanno parte della World Federation of Rose Societies. ‘Gioia’ ha saputo riversare nella progenie molti suoi requisiti, in particolare la vigoria della pianta, la lucente consistenza delle foglie e il disegno dei fiori. Nel 1941, unica vincitrice nella seconda edizione della All American Rose Selection, il più importante scrutinio americano per rose inedite, fu ‘Charlotte Armstrong’. Più о meno quando in Francia veniva ottenuta ‘Gioia’, in California nasceva questa varietà dai lunghi petali rosa intenso che negli anni della guerra е dell’immediato dopoguerra ha influenzato in maniera determinante la produzione rosaistica americana. Lo testimoniano: ‘Queen Elizabeth’, che nel 1979 fu insignita del titolo di “Rosa preferita in tutto il mondo”, ‘Sutter’s Gold’, ‘First Love’, ‘Mojave’, ‘Pink Parfait’ е decine di altre eccellenti varietà. I genitori di ‘Charlotte Armstrong’ furono ‘Soeur Therése’ е ‘Crimson Glory’ che а loro volta discendevano da ‘Souvenir de Claudius Pernet’ е da ‘Mme Caroline Testout’ а dimostrazione dell’influenza avuta dalle Pernetiane nell’evoluzione delle rose moderne. Pochi anni dopo l’acclamato ingresso nei giardini di ‘Gioia’ е di ‘Charlotte Armstrong’, ecco un altro rosaio in possesso di due grandi pregi: immunità da malattie e intenso colore rosso ceralacca mai prima apparso sui petali delle rose. Еra stato ottenuto dal rosaista tedesco Wilhelm Kordes; in Germania si chiamò ‘Sondermeldung’ (= messaggio speciale), altrove ‘Independence’.

Tuttavia, oltre l’incondizionato apprezzamento per il colore е la resistenza alle malattie, non sono mancate critiche per la cruda tonalità che assumono i petali prima di appassire, per incerta collocazione (non floribunda, perché le infiorescenze sono rade; non ibrida di tè, perché i fiori non sono abbastanza grandi е, infine, per il debole peduncolo. Dunque, un rosaio non eccezionale per il giardiniere ma superlativo per l’ibridatore. Ebbe inizio la prolifica serie di varietà con petali nelle tonalità dell’arancio, ottenute mediante interventi diretti о indiretti di ‘Independence’; per citare qualche nome: ‘Soraya’, ‘Super Star’, ‘Baccara’, ‘Alexander’.

Rosso ceralacca, arancio, blu, quasi blu, quasi nero

In quegli anni era iniziata la gara per ottenere la “rosa blu”, meta ancora lontana, perché anche se la strada già percorsa è interessante, tuttavia quel colore non esiste nel corredo cromosomico delle rose e pertanto e da presumere che non potrà presentarsi neppure in futuro. Vale anche la pena di ricordare quanto ha scritto in proposito Jack Harkness: «Le cosiddette rose blu non sono altro che rose rosse mal riuscite».

I primi rosai а fiore grande (Ibridi di tè) che entrarono in lizza nell’immediato dopoguerra si presentarono timidamente con denominazioni non compromettenti: ‘Prelude’ (1945), ‘Tristesse’ (1951); si passò poi all’onesta indicazione del colore: ‘Lilac Time’ (1945), ‘Sterling Silver’ (1962), ‘Heure Mauve’ (1962), ‘Lilac Charm’ (1962). Nel 1964, ibridatore Mathias Tantau mise in commercio una varietà con fiori di eccellente fattura, profumatissimi, con una tinta che noti cronisti definirono blu ghiaccio e lilla argento. Fu battezzata ‘Mainzer Fastnacht’, ma è stata poi chiamata ‘Sissi’ in Francia е ‘Blue Moon’ in altri paesi; per più di venti anni ha tenuto testa alle sopraggiunte rivali (‘Nil Bleu’, ‘Ladà Х’, ‘Violetera’, ‘Charles de Gaulle’, есс.) е ora compete con le ultime leve tra le quali sembrano emergere le profumatissime ‘Dioressence’ di Delbard, ‘Jacaranda’ di Kordes e la rosso violacea ‘Blue River’ pure di Kordes.

А proposito di varietà con petali in tonalità viola, si nota una strana saltuarietà nella loro presenza. Le prime segnalazioni risalgono alla metà del secolo scorso е, dopo una stasi di cinquant’anni, si manifesta un riflusso nel periodo 1905-1924, come appare dal breve elenco seguente che mette anche in evidenza la quasi completa scomparsa in anni а noi vicini (si prevede però qualche sorpresa in futuro).

‘Cardinal de Richelieu’, Gallica, M. Laffay 1840; ‘Reine des Violettes’, Ibrida rifiorente, Mille-Mallet 1860; ‘Hansa’, Rugosa, Schaum-Van Тоl 1905; ‘Blue Magenta’, Multiflora sarmentosa, 1907; ‘Veilchenblau’, Multiflora sarmentosa, J.C. Schimdt 1909; ‘Violetta’, Multiflora sarmentosa, Е. Turbat 1921; ‘Babà Faraux’, Polyantha nana, f. Lille 1924; ‘Rose Marie Viaud’, Multiflora sarmentosa, Igoult 1924.

Malgrado le tante difficoltà è forse possibile che un giorno la genetica, sconvolte le sue leggi, faccia apparire il blu nei petali di una rosa; ancora meno raggiungibile appare il traguardo della rosa nera е c’è da augurarsi che l’eventuale insuccesso desti poco rimpianto. C’е chi dice che soltanto i colori chiari e luminosi assecondano la Natura attirando gli insetti pronubi che garantiscono la continuazione delle specie.

Cosi come nei tulipani e nei gladioli i cosiddetti fiori neri non sono tali ma hanno tonalità cupe del rosso e del marrone, lo stesso avviene nelle rose. La prima varietà moderna con petali rosso-neri è probabilmente ‘Chateau de Clos Vougeot’, un’ibrida di tè ottenuta al principio di questo secolo da Joseph Pernet-Ducher. È un cespuglio poco vigoroso con portamento divergente; deve all’insolito colore e al penetrante profumo dei fiori la larga rinomanza goduta in passato: ora il suo interesse e puramente storico.

Per i collezionisti ecco, in ordine cronologico, due dozzine di cespugli а fiore grande (Н.Т.), caratterizzati da petali rossi con sfumature nere; ‘Chateau de Clos Vougeot’, J. Pernet-Ducher 1908; ‘Admiral Ward’, J. Pernet-Ducher 1915; ‘Gloire de Hollande’, Verschuren & Zonen 1918; ‘Etoile de Hollande’, Verschuren & Zonen 1919; ‘Ami Quinard’, Ch. Mallerin 1930; ‘Cathrine Kordes’, W. Kordes 1930; ‘Night’, S. McGredy 1930; ‘Black Knight’, ЧЬ. Hilloch 1934; ‘Crimson Glorà’, W. Kordes 1935; ‘Lemania’, Е. Heizmann 1936; ‘Jane Thorton’, Bees Ltd 1940; ‘Tassin’, F. Meilland 1942; ‘Congo’, Ch. Mallerin 1943; ‘Charles Mallerin’, F. Meilland 1947; ‘Josephine Bruce’, Bees Ltd 1949; ‘Super Congo’, F. Meilland 1950; ‘Chrysler Imperial, W.Е. Lammerts 1952; ‘Papa Meilland’, А. Meilland 1963; ‘Bonne Nuit’, M. Combe 1966; ‘Norita’, М. Combe 1971; ‘Black Night’, R. Huber 1973; ‘Black Lady’, Tantau 1976; ‘Perle Noire’, G. Delbard 1980; ‘Le Rouge et le Noif, G. Delbard 1982; е, sempre nella classe delle ibride di tè, le varietà sarmentose: ‘Lemania’, Е. Heizmann 1937; ‘Guinée’, Ch. Mallerin 1938; ‘Don Juan’, М. Malandrone 1958.

 

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