CLASSE:
Gallica/Botaniche
SPECIE:
Rosa gallica L.
SINONIMI:
Rosa pumila Scop., Rosa pygmaea M. Bieb.
NOMI COMUNI:
Rosa serpeggiante, Rosa di Francia
ANNO:
molto antica
LUOGO:
Centro Europa, Turchia
Deutsch: Essig-Rose
English: French rose
Español: Rosal de Castilla, rosal de Provins
Français: Rosier de France
La Rosa gallica nella sua forma spontanea è la specie che possiamo trovare, con un po’ di fortuna, anche nelle nostre escursioni. La possiamo cercare ai margini di boschi termofili, su scarpate asciutte, nei pascoli mesofili; dalla pianura fino a circa 800 m di altitudine.
È una specie indigena distribuita in un’area molto vasta che si estende dall’Asia Minore alle coste Atlantiche, dalla Scandinavia ai confini del Mediterraneo. In Italia, in qualche regione, la sua presenza è incerta o non è stata più segnalata (Valle d’Aosta, Calabria, Sicilia, Sardegna)
Ecco qualche elemento per poterla riconoscere:
- Cresce in piccole colonie grazie ai rizomi sotterranei, i suoi fusti sono eretti, verdi o arrossati e presenta diversi tipi di aculei, alcuni sembrano più che altro delle setole; non è molto alta, al massimo può raggiungere gli 80 cm tant’è che nel nome scientifico, in uno dei sinonimi, per indicare la specie viene usato proprio l’aggettivo ‘pumila’ che significa ‘nana’.
- Le foglie sono alterne, imparipennate e alla base del picciolo presentano delle stipole dentate e ghiandolose. Hanno 5 o talvolta 7 foglioline che sono ovali o arrotondate, rigide con denti frequentemente glandulosi e cigliati, la nervatura fogliare è rilevata.
- I fiori che compaiono in maggio – giugno, sono di colore rosa con tonalità che può variare dal chiaro al molto scuro. In genere compaiono singoli, ma, in qualche caso, li possiamo trovare raggruppati in numero da 2 a 4. Sono portati su peduncoli di circa 3 cm, ricchi di setole ghiandolari. Sono abbastanza grandi per una rosa selvatica, fino a 6 – 9 cm di diametro e sono molto profumati. I cinorrodi maturano in forma sferica, sono rossi e cosparsi di setole.
Che dire ora? Non resta che munirci di macchina fotografica, scarpe adatte e soprattutto pazienza e forse riusciremo a catturarne un’immagine, ma teniamo sempre nei nostri pensieri anche l’ape mellifera che si prende cura della sua impollinazione.