Per i soci de La Compagnia delle Rose, è stata organizzata il 17 ottobre alle ore 15,30, una particolare visita al Museo Civico d’Arte con la guida d’eccezione del Direttore del Museo, il dott.Gilberto Ganzer. Il dott.Ganzer, in occasione della mostra su ‘Le Rose di Redouté’ che si tiene al Museo Civico sino al 30 novembre, proporrà una conversazione su ‘Le Dame di Redouté’, su quelle figure femminili che Redouté incontrò nel suo percorso professionale di pittore, soprannominato ‘Raffaello dei fiori’, personaggi artefici del gusto e del costume del loro tempo.
Come scrive, a questo proposito, il dott. Ganzer:
La “rosomania” collettiva risale al XVIII secolo e alle sempre più avanzate conoscenze della botanica. Si amano i fiori e le rose in particolare e si indaga il loro “linguaggio” simbolico; fattori che portano a un aumento dell’elemento floreale nelle arti applicate ma anche nella pittura e nella scultura. Le rose, associate alle varie forme di passione si animano di enigmi in un simbolismo estetizzante che nei ritratti assumono a volte il ruolo di protagoniste, come in quello della principessa di Lamballe coronata di rose nella complessa acconciatura e tra le mani o nel ritratto della regina Maria Antonietta con una rosa fra le mani come forse volle la pittrice Elisabette Vigé Lebrun. Una rosa forse colta dal parco di Versailles o dal piccolo “regno” che la sovrana si era costruita al Petit Trianon, luoghi che Redouté aveva frequentato e dunque ben conosceva nei loro aspetti più propriamente “botanici”. Un cespo di rose le tiene in mano Maria Teresa di Francia fanciulla nel dipinto che la raffigura accanto alla madre Maria Antonietta e al piccolo delfino, (l’elegante postura la adotterà cinquant’anni dopo Michelangelo Grigoletti nella grande composizione che ritrae la famiglia Fossati dove così è trasposta la più giovane figlia dell’illustre coppia). Maria Teresa di Francia appare quasi trasognata in quel mondo fantastico che di lì a poco si sarebbe sgretolato con la condanna a morte dei suoi stessi genitori e la morte per stenti del giovane “delfino”. Lei stessa, dopo aver sposato il cugino e divenuta duchessa di Angouleme, sarebbe morta in esilio a Gorizia dove tuttora giace e dove avrebbe ricamato tante rose “du Roi” assieme ai gigli di Francia per beneficenza. Anche la Pompadour, l’amante di Luigi XV, si fa ritrarre con abiti intessuti di rose e dalle rose traeva ispirazione per il colore “rosa Pompadour” da adottarsi per le porcellane di Sévres. Sia la Pompadour che Maria Antonietta divennero protagoniste della moda e del costume del XVIII secolo imponendola all’Europa tramite la celebre rivista “Le Mercure galant” e incrementando così la produzione serica di Lione. Con la Rivoluzione Francese i tempi e la moda cambieranno e artefice di questo sarà un’ex dama di corte di Maria Antonietta: Joséphine de Beauhrnais, moglie dell’imperatore Napoleone I e grande protettrice di Redouté. Il celebre giardino che aveva fatto erigere alla Malmaison resterà insuperato nella sua straordinaria raccolta di rose e botanica. A lei seguirà la seconda moglie di Napoleone, Maria Luisa d’Asburgo, anch’ella estimatrice di Redouté che, divenuta duchessa di Parma con la Restaurazione, sarà ricordata come cultrice della celebre “violetta di Parma”. I tempi cambiavano e con la Rivoluzione di Luglio del 1830 i Borbone, ritornati al trono con la Restaurazione, avrebbero ceduto “il posto” ai cugini Borbone Orléans e la Regina, nata Borbone Napoli, sarebbe stata l’ultima protettrice di un Redouté ancora vivente, ma che sarebbe rimasto nella memoria di tutti e di tutte vista la passione per le rose e per le sue rose della stessa moglie di Napoleone III, Eugenia de Montillo.
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LA VISITA E’ GRATUITA MA E’ GRADITA LA PRENOTAZIONE via mail: info@lacompagniadellerose.com
Grazie.