Posted by on Giu 2, 2013 in Senza categoria | 0 comments

Films ove il tema del giardino è proposto come ‘protagonista’ o come semplice ‘sfondo’ o luogo di réverie sono numerosi. Non di rado appare anche nel titolo del film: Oltre il giardino (Being there) di Hai Ashby del 1979 e  Il giardino indiano di Mary McMurray del 1985, ne sono un esempio, offrondo allo spettatore, in questo caso, metafore, allusioni, ed an che specifici riferimenti di carattere botanico.

E così pure nel film II giardiniere spagnolo’ del 1956 tratto dall’omonimo romanzo di A.Cronin.

Spesso nelle scene di ‘giardino’, in moltissimi films, si vedono rose, in aiuola o in altre forme. In taluni si evidenziano maggiormente.

Le rose che il pubblico lancia al torero, interpretato da Tyrone Powers di San­gue e arena (Blood and Sand), film del 1941 diretto da Rouben Mamoulian ne sono un esempio. Questo film è il remake di Sangue e arena del 1922, versione muta del romanzo di Vincente Blasco Ibáñez, uno dei grandi successi di Rodolfo Valentino, affinacato da Nita Naldi e Lila Lee.

 

La Rosa appare esplicitamente nel ti­tolo di una infinità di film. Ne ricordiamo alcuni….

La Rosa e Rosa d’amore, del 1911; La Rosa rossa, del 1912 diretto da Luigi Maggi; Le rose bianche, del 1913; Rosa mistica, del 1919 diretto da Giovanni Enrico Vidali.

Le rose appaiono nei film degli Anni ’20… Laddove il protagonista è Rodolfo Valentino, la dama, o il cavaliere, deve tenere in bocca la Rosa per danzare correttamente il tango. Un film in cui si celebra il seducente rito di questo ballo è I quattro cavalieri dell’Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse) del 1921, diretto da Rex Ingram.

Nel 1933 vede la luce un film che ha le Rose nel titolo: Bed of RosesDiretto da Gregory LaCava fu distribuito da RKO Radio Pictures negli Stati Uniti. Per il suo linguaggio e i temi trattati (la prostituzione) la sua realizzazione fu possibile poiché antecedente il ‘Production Code’ (Motion Picture Production Code) (codice censorio) del luglio 1934.

 

 

La rosa creata dal capostazione Ballard, finalmente vincitrice del concorso floreale, con il nome di ‘Signora Miniver’, da il titolo al magistrale film di William Wyler del 1942  Mrs. Miniver (La signora Miniver), interpretata da Greer Garson e Walter Pidgeon.

 

 

The Secret Garden (Il Giardino segreto), del 1949, diretto da Fred M. Wilcox, e il successivo remake di Agnieszka Holland del 1993 mostrano uno spettacolare e imprevedibile giardino segreto, dove, in particolare, le rose sbocciano im­provvisamente per lo stupore dei bambini che vi entrano, giardino non più curato da quando è morta loro la madre…

 

 

La Rosa di Bag­dad, del 1949, prodotto da Anton Gino Domeneghini  è il primo film italiano d’animazione in Technicolor.

Sempre sull’onda dell’avventura, ambientato nell’Inghilterra del XIII secolo e in Estremo oriente, un film del 1950 fa comparire la Rosa nel titolo: The Black Rose (La Rosa nera). La pellicola è della 20th Century Fox ed ha per protagonisti Tyrone Power e orson Welles per la regia di Henry King. Il soprannome di ‘Rosa Nera’ è quello di Maryam, bella figlia di un despota orientale….

 

Tra le locandine cinematografiche più vicine al nostro tema, ecco La rosa tatuata (The Rose tatoo) sul petto vigoroso di Burt Lancaster, che seduce Anna Magnani nel celebrato film che Daniel Mann ha trat­to nel 1955 dalla omonima commedia di Tennessee Williams. Il film e la sua Rosa fruttarono alla Magnani l’Oscar 1956 per la migliore interpretazione femminile, il primo conferito ad una attrice italiana.

 

«Non ce niente di più bello di una stanza piena di rose» sentenzia alla protagonista Nancy (Gin­ger Rogers) la mamy di Gioventù ribelle (Teenage Rebel), un classico bianco & nero del 1956 per la regia di Edmund Goulding.

 

Days of Wine and Roses (I giorni del vino e delle rose) è un film statunitense del 1962, diretto dal regista Blake Edwards con la presenza di Jack Lemmon e tratta il tema dell’alcolismo in una coppia.

 

 

The Subject Was Roses (La Signora amava le rose ) è un film statunitense del 1968 diretto dal regista Ulu Grosbard. I protagonisti, due coniugi di mezza età conducono una vita esacerbata da screzi di varia natura che nascono soprattutto dall’orgoglio, forte in ambedue, e da una diversa sensibilità. La presenza del figlio renderà più acuti i contrasti ma un mazzo di rose sembra cambiare le cose. Un fraintendimento, che porta alla rivelazione che le rose non sono dono del marito ma del figlio, riporta la tensione, che dopo il colpo di scena della fuga della protagonista ed il suo ritorno, troverà rimedio nella decisione del figlio di lasciare la casa, fatto questo che consentirà ai due genitori di diventare più comprensivi e tolleranti fra loro.

 

La Rosa ros­sa, ambientato in un paesello vicino a Trieste, è un delicatissimo film di Franco Giraldi, 1973, adattato dal romanzo dell’altro triestino Pier Antonio Quarantotti Gambini, in cui appare una rosa rossa che una silenziosa ammiratrice poneva nella camera di uno dei protagonisti, il conte Paolo Balzeri, generale dell’esercito austroungarico, quand’era giovane ufficiale….

 

The Rose è un film musicale americano drammatico  del 1979. Racconta la storia autodistruttiva di una rockstar degli Anni ’60,  in continua lotta per far fronte alle pressioni della sua carriera e le esigenze del suo spietato manager. Tra i protagonisti troviamo le stelle del cinema: Bette Midler, Alan Bates, Frederic Forrest, Harry Dean Stanton, Barry Primus, e David Keith.  La storia è liberamente ispirata alla vita della cantante Janis Joplin. È stato scritto da Bill Kerby, e Bo Goldman, tratto da una storia di Bill Kerby, e diretto da Mark Rydell. The Rose ha avuto la nomination per quattro premi Oscar tra cui Miglior attore non protagonista (Frederic Forrest), Miglior Attrice Protagonista (Bette Midler, nel suo debutto sul grande schermo), miglior montaggio e miglior sonoro.  Bette Midler eseguì la colonna sonora per il film che è diventata uno dei suoi più grandi singoli di successo nel 1980.

 

The Purple Rose of Cairo (La Rosa purpurea del Cairo) un film del 1985 diretto da Woody Allen ed interpretato, fra gli altri, da Mia Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello.

 

 

Il protagonista, nella veste di D’Annunzio, l’attore Robert Powell che odora la Rosa, si trova nell’omonimo film Gabriele D’Annunzio del 1985, del regista italiano Sergio Nasca, sceneggiato da Piero Chiara.

 

The Name of the Rose (Il nome della rosa) del 1986 diretto da Jean-Jacques Annud rappresenta un’altra citazione della RosaFilm tratto dal notissimo omonimo romanzo di Umberto Eco, del 1980, ove alla fine, c’è il riferimento alla Rosa nei versi di Bernardo de Morlay nel suo ‘De contemptu mundi’: Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.

 

 

Il nome di questo fiore appare anche nel titolo del film  Die Weiße Rose (La Rosa bianca) del 1987, diretto da Michael Verhoeven. Tale nome è quello dell’associazione studentesca antizista operante a Monaco di Baviera durante la seconda guerra mondiale, cui appartiene Sophie Scholl, la protagonista. Una versione successiva della medesima storia La Rosa Bianca – Sophie Scholl (Sophie Scholl – Die letzten Tage) è del 2005 con la regia di Marc Rothemund.

 

Le rose blu, è un drammatico film documentario, per la regia di Anna Gasco, Emanuela Piovano e Tiziana Pellerano, su soggetto di Emanuela Piovano e Anna Gasco, che aveva tra gli interpreti Laura Betti (donna con la rosa blu) e Ninetto Davoli (guardia carceraria). E’ un film ‘collettivo’, del 1990, dal carcere femminile delle Vallette di Torino, un film che prende alla gola e al cuore. Non è un film sulle donne in carcere ma di donne in carcere: “Anche se porta la mia firma – dice Emanuela Piovano – è stato realizzato da almeno 50 donne”. La rosa blu dal gambo lungo è portata alle detenute da Laura Betti che apre il racconto, chiuso da un rogo; quello reale delle Vallette, il 3 giugno del 1989, in cui sono morte alcune delle protagoniste e Lidia, la voce e il volto del film, ispiratrice del titolo “Non ce ne sono rose blu, sono solo chiuse qua dentro”.

 

Bread and Roses è un film del 2000 diretto da Ken Loach e considerato il suo primo film ‘americano’. Un film che parla degli Stati Uniti e del tema dell’immigrazione clandestina, della precarietà del lavoro e della dignità umana. Certamente il titolo del film prende spunto dallo slogan ‘pane e rose’ (Bread and Roses) che si trova in una poesia di James Oppenheim pubblicata nel dicembre 1911. Viene comunemente associato con lo sciopero di oltre 20.000 lavoratori tessili immigrati a Lawrence (Massachusetts) che durò 63 giorni, dal gennaio al marzo del 1912, per ottenere salari più equi e condizioni di lavoro più dignitose.

The Book and The Rose, del 2001, diretto da Jeff Bemiss, racconta di una storia d’amore senza tempo… Basato sul famoso racconto “The People With the Roses”, di Max Lucado, questo film è ambientato nel 1940. Quando John Barnes, il protagonista,  acquisisce un vecchio libro pieno di note scritte a mano e piuttosto intriganti, inizia una corrispondenza con il suo precedente proprietario, una corrispondenza che promette di essere più di un semplice scambio di lettere…

 

Lo slogan femminista “Vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose”, è stato cantato da migliaia di scioperanti lavoratrici tessili in Massachusetts nel 1912. Vogliamo anche le rose, vibrante film documentario di Alina Marazzi del 2007, è una celebrazione di donne che hanno combattuto per un mondo in cui sia gli elementi essenziali di pane e la poesia delle rose hanno un posto. L’aspetto artistico ed educativo, personale e politico convergono magnificamente in questo film affascinante che trascende il tempo e la cultura per rivelare molte delle lotte universali e le ispirazioni di uguaglianza delle donne.

 

 

le 13 rose è un film del 2007 diretto da Emilio Martìnez Làzaro.Il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane nell’agosto 2009. Ambientato a Madrid  alla fine della guerra civile spagnola del 1939,  con le truppe del generale Franco alle porte, racconta la storia di 13 giovanissime ragazze, militanti pacifiche della Brigata Socialista e impegnate nell’assistenza ai più deboli,che  vengono arrestate con l’accusa di aver partecipato al complotto per assassinare il generale Franco. La loro vita si concluderà con la condanna al patibolo. Restano note come “le tredici rose”.

 

 

65_RedRoses è un film documentario del 2009 su Eva Markvoort, una giovane donna di New Westminster, British Columbia, affetta da fibrosi cistica. Il film documenta la vita di Eva, in attesa di un trapianto di polmone, mentre racconta nel suo blog le sue esperienze. Il film prende avvio da quando Philip Lyall, un amico di lunga data di Eva, la presenta a Nimisha Mukerji, suo compagno di studi alla University of British Columbia. Lyall e Mukerji erano alla ricerca di un progetto post-laurea e decisero di documentare l’attesa di Eva Markvoort per un doppio trapianto di polmone. Chiamarono il film 65_RedRoses poiché questa era l’identità online di Eva e la ritennero efficace. Eva l’aveva scelto perché, secondo la Comunità Canadese per la ‘fibrosi cistica’, “sixty-five roses” è il modo in cui molti bambini con questa malattia pronunciavano, distorcendolo, il temine di “cystic fibrosis” (fibrosi cistica).  Eva aggiunse ‘red’ (rosso) perché era il suo colore preferito. Quando Lyall e Mukerji iniziarono a girare, i medici affermarono che, senza un trapianto, Eva non sarebbe arrivato a 2009. Mentre la ragazza stava cercando una zucca per festeggiare Halloween nel 2007, fu avvisata dal centro trapianti dell’ospedale che un paio di polmoni era disponibile. Questa sequenza, che emozionò fortemente sia Eva che i cineasti, fu fondamentale per attirare l’attenzione e il sostegno alla realizzazione del film da parte della Canadian Broadcasting Corporation (CBC). L’anteprima fu al Hot Docs Canadian International Documentary Festival e vinse ben tre premi al Vancouver International Film Festival.

 

 

Nel film Rose à crédit del 2010, diretto da Amos Gitai, ambientato nella Francia del periodo bellico, tra la propaganda ufficiale di Vichy e l’esortazione alla resistenza. In questo clima  si sposano Daniel e Marjoline. Lei molto carina ma superficiale e consumista, lui sognatore ed innamorato delle rose, attività della sua famiglia da generazioni.  Gitai nel seguire l’evoluzione di questo sfortunato matrimonio mostra un affresco degli Anni ’50, ove anche le rose sono protagoniste.

 

 

Il film è tratto dal romanzo del 1959 L’age de nylon-Rose à crédit di Elsa Triolet, pseudonimo di Elsa Kagan, scrittrice francese di origine russa, cognata del compositore russo Vladimir Majakovskij.

 

 

Le rose in genere, ed in particolare un cespuglio di rose rosse, sono molto evidenziate in  The Lost Valentine (L’ultimo San Valentino), un film per la televisione del 2011 diretto da Darnell Martin e basato su un romanzo omonimo di James Michael Pratt, considerato un best-seller nel 1998 dal New York Times e dal USA Today.

 

 

 

Stealing Roses (Rubare rose) è un film commedia statunitense del 2012, diretto da Megan Clare Johnson alterna momenti drammatici a quelli buffi  vedendo in contrapposizione un tale che pianifica un furto per consentire le cure alla moglie ammalata ma deve vedersela con il figlio poliziotto che cerca di fermarlo.